Riccardo Sanna si è diplomato presso l'Istituto Statale d'Arte di
Terni. Ha frequentato per un periodo i corsi liberi di pittura
all'Accademia "Lorenzo da Viterbo", e all'Accademia Sevres di Parigi
sotto la guida del prof. Christian Zeimert.
Inteso come esplorazione della coscienza collettiva e delle sue interne contiguità e distanze. Così reinserendo quell'agglomerazione esistenziale e quella relazione difficile, tra infinito e poliedrica particolarità degli individui, cui tanto ha dedicato dei suoi studi e delle sue esperienze Felir Guattari, il filisofo fisico-analista, recentemente scomparso! Si ricordi in proposito, quanto in Guattari l'ansia di rifondare un orizzonte antologico che considerasse persino la riabilitazione di strutture arcaiche ai fini di un nuovo statuto della trascendenza, fosse - nel profondo - percezione terapeutica, oltre che culturale, per un tessuto sociale capace di lasciar vivere in forme non dissolutorie i propri contrasti interni. Sanna sceglie proposizioni (è certo ) che anno motivi di contatto con gli obbiettivi speculativi del grande intellettuale scomparso, sebbene siano sostenute da una innegabile estetica misticheggiante di tipo misteriosofico, se non esclusivamente cristologico. Si veda la ricorrente costruzione da " convoglio " delle masse in cammino che oscilla fra sospensioni aurorali di suggestivo effetto surrealistico e pulsioni di soste e di attese salfifiche di un " simbolismo figurativo-strutturale di grande validità e potenza espressiva ". Un cammino, la cui meta è formalmente sconosciuta e, per necessaria teoresi, resta aperta a componenti eterogenee e a ortodossie dubitanti. E' per queste ragioni che le straordinarie cadenze pittoriche di Sanna offrono più di uno spiraglio che mette in maggiore plasticità il bisogno di amore e di comunanza, quale bisogno biologico di sopravvivenza, in sostanza, che non la sacralità pur nelle seducenti sfumature della sua calda astrazione. Riccardo Sanna, da impegnato e sincero artista quale è, sente la responsabilità di rappresentare pareneticamente la capacità di ragione dell'uomo che pur accusare dolorose trafitture per spreggevoli nefandezze perpetrate nel contesto collettivo, ma in nessun caso soggiacere al nulla lancinante della capitolazione.
Gaetano Pampallona
Dalla lontana Sardegna, Riccardo Sanna ha portato con se, a Soriano nel Cimino, l'antica fede delle sue origini,che conserva intatto il sogno di condurre l'uomo sui sentieri di una preghiera che tenga uniti uomini e natura. Il sogno è che nessuno dei due distrugga l'altro. Ma anche nel paesaggio di Soriano esistono elementi che ripropongono l'antica terra. I luoghi hanno barriere che si assomigliano e formano confini che continuano dall'infanzia alla maturità.Come se l'uomo - artista avesse trovato un percorso senza soluzione di continuità. I colori sono dentro di lui, le icone della sua fede sono ferme nel tempo della sua infanzia e le pareti che incontriamo sembrano difese contro la paura di scoprire il mistero.Il mistero è il muro, la parete che si erge e ci permette l'immaginazione, mai la scoperta d'una verità assoluta che resta il colore che abbiamo dentro come un arcobaleno che non svelerà mai il suo mistero,ma permetterà sempre una dialettica che resta aggrappata ai sogni. E' la realtà dell'artista. Ed è realtà possibile perchè sono i sogni che restano all'uomo ed è sui sogni che l'uono costruisce possibili realtà. Forse, nessun critico, nessuna filosofia, riusciranno mai a scoprire ciò che Riccardo Sanna nasconde alle spalle di quelle sue improvvise bariere. Certamente ,un sogno. Sicuramente, un grande amore per la natura e per l'uomo.
Enzo Aprea
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Può capitare, nelle fredde giornate d'inverno, quando
le albe nebbiose avvolgono come una coperta i campi
da poco arati, o nelle splendenti mattine di
primavera, quando la luce illumina colli, viottoli,
boschi e casolari con sapienza millenaria sempre
rinnovata, di incontrare un artista che scatta con il
suo fedele apparecchio fotografico immagini dopo
immagini, nella speranza di catturare l'incanto di
quelle quotidiane magie. Quest'artista è Riccardo
Sanna, un uomo dall'animo poetico innamorato della
sua terra e delle emozioni con cui questa rivive nelle
sue tele. Tele che hanno due pregi importantissimi in
un'epoca in cui tutto tende a globalizzarsi e la
standardizzazione è la regola di mercato che impone
ogni gusto: sono tele romantiche, sognanti,
incantate e sono tele che fanno rivivere angoli, storie,
immagini, sensazioni,
panorami della sua terra.
Sono
tele che hanno radici profonde, radici perciò che non
gelano, e che al contempo sono senza tempo,
o meglio appartengono ad un tempo lento, un tempo
che si è quasi fermato.
Cullarsi davanti alle opere di
Riccardo Sanna, passare gli occhi, con calma, da un
quadro all'altro, vuol dire spesso riposare la mente
e riposare il cuore di fronte ad immagini agresti, quasi
arcadiche in cui il paradiso in fondo non è altro che
una vita serena fatta di sole e di natura felix.
Certo il mondo non è solo questo, ma il mondo
è anche questo, ed è bene che ci siano artisti come
Riccardo Sanna a ricordarcelo.
Maurizio Makovec
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....Il suo è un realismo soft, a volte marcato dai toni tenui, ma stesi con una pennellata intensa e incisiva, quasi sempre siglata dalla sua intrigante pseudo firma.
La pittura di Sanna non è soltanto frutto del momento, dell’istante in cui lui cattura l’attimo, lo fa sedimentare e infine lo colloca in un discorso introspettivo che evidenzia la perenne e costante investigazione dell’animo alla ricerca di risposte; il suo è un
lavoro costante da cui trae la linfa vitale del presente.
Di fronte alle sue tele fuoriesce un improvviso invito al silenzio, alla meditazione e infine al dialogo, il quale diventa la ragione per raggiungere la certezza e la consapevolezza della dimensione umana del vivere.
C’è forse l’incarnazione dell’impressione figurata di virgiliana memoria, che l’artista impersona … lui ci prende per mano e ci conduce nel suo mondo.
Francesca Pandimiglio
(Conservatore dei beni culturali e critico d’arte)